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prenotazioni: 0234532140; biglietteriaoutoff@gmail.com
dal 23 al 26 maggio 2024
da giovedì a domenica ore 20.30
durata 80 minuti
RATTI
Talent show per un’apocalisse con finale aspettacolare
Paolo Panizza e performers
Spettacolo inserito in
“Prendere posizione. La voce di quattro giovani compagnie”
Rassegna Teatrale produzione Teatro Out Off
Progetto Finalista alla Biennale di Venezia College per registi under35 2022
Testo di Paolo Panizza e Agnes Oberauer
Scenografia Blandine Granier
Performers Marica Mastromarino, Giacomo Toccaceli e Simone Tudda
Si ringrazia Nau Ivanow, Lab121 e Spazio NIN
Courtesy of the Pictures La Biennale di Venezia © Andrea Avvezzù
SINOSSI
“È scoppiato un incendio nelle quinte di un teatro. Un clown è uscito per avvertire il pubblico; pensavano che fosse uno scherzo e applaudirono. Ci riprovó; il successo fu ancora maggiore. Penso che il mondo finirà così: tra gli applausi generali delle persone intelligenti che credono che sia uno scherzo”. – Søren Kierkegaard
Ratti – Talent show per un’apocalisse con finale aspettacolare. Spettacolo finalista alla Biennale di Venezia per registi u35 2022.
Un talent show. Tre attori in competizione. Il premio? Un futuro.
Il progetto “Ratti” ha come punto di partenza l’esperimento “Universe 25” condotto dall’etnologo John B. Calhoun nel 1973, che studiava gli effetti della sovrappopolazione. Un paradiso per topi con cibo e acqua illimitati, protetto dai virus, perfettamente climatizzato e senza alcun predatore, l’unico fattore di mortalità era l’invecchiamento. I vecchi restavano più a lungo, lasciando i più giovani a competere per un proprio ruolo sociale. Ciò portò alla demolizione dell’organizzazione sociale e all’annientamento dell’individuo attraverso la dissociazione e la dissoluzione dei legami sociali più elementari. Ripetuto più volte l’esperimento portava ogni volta alla stessa dinamica e allo stesso risultato: la lenta e totale estinzione.
Lo spettacolo “Ratti – Talent show per un’apocalisse con finale aspettacolare” tratteggia questo potenziale scenario, dove la dinamica del talent pone al centro le paure e i sogni dei giovani attori protagonisti, qui anche messaggeri di una generazione; dove in un’atmosfera da festa, i partecipanti lasciati in balia di ordini e nell’impossibilità di controllare fenomeni esterni precipitano, si disintegrano, si riconciliano, si amano e infine muoiono, al ritmo incalzante di quel sì, sì, sì, bandiera di un finto libero arbitrio. Dove? in un teatro che diventa Escape room dai propri costrutti. Muri, luci e americane a vista e al centro un cerchio di polvere bianca, polvere d’ossa, che si sfalda, diventa scenario per un’apocalisse. Qui, l’esperimento raccontato da un’incorporea voce fuori campo, diventa un pò favola, ma anche un po’ una fiaba che svela, ammonisce, da speranza e condanna. Un’infernale talent show in cui i concorrenti hanno un unico obiettivo: avere un futuro.
Uno spettacolo sulla crisi delle giovani generazioni, del sistema teatrale, del mondo del lavoro, della società. Il cui finale non può che non essere aspettacolare.