Il Calapranzi

dal 23 al 28 giugno 2015

Prima Nazionale

di Harold Pinter

traduzione Alessandra Serra
regia Antonio Mingarelli
primo spettatore Silvia Giulia Mendola
con Fabrizio Martorelli (Gus) e Alberto Onofrietti (Ben)
scene Michele Ciardulli
direzione di scena Luca Passeri
assistente alla regia Sofia Sironi
aiuto regista Luca Predon
foto di scena Attilio Marasco


In un seminterrato isolato, Ben e Gus attendono l’ ordine e il nome della prossima vittima. Ma l’attesa dei due sicari diventa indice di una minaccia: a poco a poco qualcosa di innominabile, di incomprensibile arriva dal sottoscala. Da un tubo interfonico e nel calapranzi l’ordine si fa ironicamente ordinazione e lo smarrimento si fa sinonimo di tensione. E’ l’inevitabile ritorsione che arriva da fuori e stravolge i piani dei due, crea conflitto, sposta, senza significato apparente, il mirino della loro aggressività, e inesorabilmente le loro paure. Le loro domande come le nostre sono destinate a non ricevere una risposta. La soluzione forse è illogica e insperata come la violenza degli uomini. Chi vincerà la grande battaglia dei tempi moderni? Chi rimarrà alla fine di tutto? Chi potrà sopravvivere al Sistema dominante, tra apocalittici ed integrati, tra omologati e ribelli? In un universo di orwelliana, pianificata schizofrenia è ancora possibile esercitare la propria libertà intellettuale, il proprio diritto all’immaginazione e quindi all’affermazione individuale? È un mondo claustrofobico, asfittico quello in cui Pinter inserisce l’essere umano, l’individuo/cavia, è una stanza senza finestre, priva di sentimenti e di etica e l’ospite che l’ abita un gangster senza missione, cui è negato un senso ultimo. Quando l’assurdo incombe, sotto forma di ordini impossibili, di direttive paradossali, l’individuo moderno si trova a combattere, come i soldati di kubrickiana memoria, una battaglia senza nemico, una guerra senza sfondi possibili. Difficile trovare, nella drammaturgia di oggi (a fronte di tante,sterili operazioni avanguardistiche che vorrebbero fare della critica di sistema) un autore più implacabilmente politico, più lucidamente “impegnato” di Harold Pinter e un testo più potente del suo “Calapranzi”.


Il regista Antonio Mingarelli, diplomato alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano, allievo e attore del regista Luca Ronconi, è stato finalista nel 2010 dei concorsi Nuovi Sensibilità e AstiTeatro.

Silvia Giulia Mendola, diplomata all’Accademia dei Filodrammatici nel 2004, ha vinto il Premio alla vocazione Hystrio 2004 e la Segnalazione Premio Ubu 2007.

Alberto Onofrietti, diplomato presso la Scuola d’Arte drammatica Paolo Grassi, ha lavorato con Claudio Longhi, Massimo Navone, Robert Carsen.

Fabrizio Martorelli, diplomato alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano, ha lavorato con Gianfranco De Bosio, Massimo De Francovich, Flavio Albanese, Maurizio Donadoni, Sandro Mabellini. Ha vinto la segnalazione al Premio Hystrio alla vocazione nel 2008 e il Premio Salicedoro nel 2011.

Fabrizio Martorelli e Alberto Onofrietti

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