Tempo d’arrivo

il 24 marzo 1986
Prima rappresentazione Milano, Laser Associazione 

di Lorenzo Loris

Regia  Lorenzo Loris e Mario Sala
con Lorenzo Loris e Mario Sala
Collaborazione alla regia Antonio Syxty
Produzione Teatro Out Off

Finalista Premio “Opera Prima”, Narni


«Tempo d’arrivo è una storia basata sul movimento inteso come spostamento fisico e mentale, come ricerca di percorso da realizzare per se stessi, per continuare a vivere con le proprie idee, desideri e passioni. LO, uno dei due personaggi, lavora con la moto. Un lavoro duro che  lo costringe continuamente a spostarsi in un tessuto urbano di una grande città. Un’attività che occupa  la maggior parte della sua giornata. Unica pausa è costituita dalle ore della notte, in cui la radio che lo collega alla centrale tace, e lui ha modo di ascoltare, nel silenzio, i pensieri che animano la sua vita interiore. Tempo d’arrivo diventa cosi una possibilità di ascolto, una codificazione di ritmi emotivi interni. Poi LO incontra MA che fa il suo stesso lavoro e insieme scoprono di avere un’idea in comune, quella degli aerei. Loro, gli aerei, tracciano idealmente delle linee in ciclo che corrispondono emozionalmente alle linee tracciate da LO e MA nel tessuto urbano con le moto. Loro — gli aerei — diventano un tempo d’arrivo ideale, un mezzo per spostarsi in un’altra città ancora più grande, il cui respiro possa abbracciarli insieme».

Dal programma di sala

«Spesso accade soprattutto nei giovani il desiderio di rischiare, magari inconsciamente, di sostituire con un colpo di spugna una realtà ad un’altra che realtà non è ancora ma potrebbe diventarlo — ha detto Lorenzo Loris — Questo è uno dei punti di partenza che mi hanno spinto a scrivere questo testo. Ho preso carta e penna e ho tentato di realizzare un mondo inventato. È stato come chiudere gli occhi, pensare ad un volo ed immaginarsi altrove».

Elena Mantaut da “il Giornale”, 27 marzo 1986

«Marginali e non garantiti per eccellenza, ma in qualche modo “liberi professionisti”, i giovani di Pony Express: alla loro vita si è ispirato Lorenzo Loris. Loris parla anche di culturismo e cinema porno (visti però dalla parte di un aspirante attore, adolescente alla disperata ricerca del sesso). Immagina una gita all’aeroporto; sogna il surf sulle onde dell’oceano; e non rinuncia alla citazione dell’immancabile Shepard. È uno sguardo affettuoso e autoironico sul mondo di una generazione  senza troppi ideali — ma con molti miti. (…) Nelle sue inevitabile ingenuità, in qualche eco di nuovo cabaret, nella sua adesione a inediti stereotipi di comportamenti, nei suoi slanci generosi e confusi, nel riproporsi di modelli esistenziali insieme nuovi e già vissuti, Tempo d’arrivo resta una divertita — o rara — occasione per inseguire un presente spesso troppo lontano e misterioso».

Oliviero Ponte di Pino da “il manifesto”, 1 aprile 1986

«Tempo d’arrivo è una traccia testuale di due modi di muoversi nello spazio. Sul secondo versante: il nato libero della notte; chiusa la ricetrasmittente, Lo e Ma, stanchi fisicamente ma freschi per il volo acchiappafarfalle, intentano un loro trip mentale recandosi a veder volare i grandi jet. Costruendosi un più ampio itinerario fantastico, un percorso aereo in contrapposizione al quotidiano Dedalo cittadino, Icaro trova la madre, grande uccello di sogno».

Giorgio Sebastiano Brizio da l’ “Avanti!”, 25 aprile 1986