Sigfrido + bersaglio 1980

Un pomeriggio nella Foresta Nera

il 21 ottobre 1981
Prima rappresentazione Ferrara, Sala Polivalente

Installazione
di Arturo Reboldi

Produzione Teatro Out Off

“Abbiamo avuto occasione di dare diverse definizioni della performance ma di fronte al lavoro di Reboldi vogliamo tentarne un’altra; la performance è una foresta, anche se priva di alberi e di vegetazione, ma è soprattutto una foresta di televisori che inghiottono avidamente le immagini (…) Il testo di Reboldi, “motivato da un fattore intenzionale puramente antidescrittivo”, come si esprime l’autore, entra dal lato negativo della rappresentazione definita anche “pièce teatrale-scenografica”, dal lato oscuro per meglio intenderci, ci offre l’aspetto opposto di una storia che sul palcoscenico acquista un po’ il segno della meraviglia, della sospensione, del gesto interrotto e ripetuto, perfino dell’elegante finzione d’un evento selvaggio che ha invece tutte le connotazioni di una rarefatta cultura”.

Dal catalogo della Sala Polivalente di Ferrara

« Postecedenti:
Da quanto è morto? / Sembra da poche ore… / Segni visibili sul corpo? / Una ferita da arma da taglio… non molto profonda… qui sulla schiena… / Il medico legale è già arrivato? / Sta arrivando in questo momento, eccolo / Come si chiamava? / Agrippa di Nittensheim. / Strano nome… ».

Dal testo dello spettacolo

“Nove monitor disposti a schiera rivolti verso il pubblico. Da quelli laterali, i primi due a destra e gli ultimi due a sinistra, arrivano immagini di cielo e terra. Gli altri invece mostrano il corpo del performer disteso in un angolo e “tagliato” dalle telecamere in tre pezzi: qua la testa, là il busto, più in là le gambe. (…)
“Io recupero”, dice il performer, “il gesto teatrale e testuale, pur rimanendo in un ordine astratto.” Per entrare nello specifico: il recupero della gestualità eroica. “Il gesto omicida del traditore contro l’eroe o il passaggio del guerriero attraverso la foresta. E poi alla fine l’elemento catartico, la trasmutazione del traditore nell’eroe stesso” ».

d.d’a. da “la Repubblica”, 20 ottobre 1981