Quadri disegni sui concetti della parabola: sessualità libera

Proiezione, film e diapositive. Azione e dibattito.

Dal 15 giugno al 10 luglio

di Otto Mühl

Otto Muhl viene a Milano a vendere la sua vecchia idea della sessualità liberata e purtroppo si incontra con italiani molto più liberati di lui: i quali per un po’ assistono educatamente alle sue goffaggini gestuali e canore e poi, con decisione, lo mandano, come si scrive, a quel paese. L’Austriaco di mezza età è preceduto in Italia da una solida propaganda: coprofilo e seviziatore di animali, ci sono numerose ragazze della sua setta che lo dichiarano amatore insuperabile, santone della lussuria, dio a cui è meraviglioso essere sottomesse come schiave: peccato che a vederlo, cinquantun anni portati male, faccia alla Walter Matthau, gesticolare pesante, tuta a righe e camicia scozzese, ha il potere di cancellare qualsiasi eventuale fantasia erotica. Ha con sé,  come prestigiatori, una bella ragazza vivace, anche lei in tuta e maglietta e capelli rasati, la quale  dimostra la primitiva filosofia del Mühl, che lui definisce sbrigativamente di ispirazione reichiana. Per liberarsi basta lasciare libere le emozioni, attraversare la fase aggressiva (smorfie), depressiva (singhiozzi), di odio infantile (urla feroci), di bisogno negativo di amore (mugolii), di ritorno al ventre materno (gridolini), di rinascita (ovviamente vagiti), necessaria uccisione della madre (ghigni satanici), e finalmente, amore, amore, amore. Meno male che poi questa ragazza, Eva, con la  vecchia tecnica dei locali di striptease, si spoglia ed essendo molto ben fatta, c’è una certa liberata distrazione.

Natalia Aspesi da “la Repubblica”, 17 giugno 1977