Nuova Zelanda

1 dicembre 1980
Prima rappresentazione

di Antonio Syxty

con Elisa Stefani, Olivia Gozzano, Gigi Saccomandi, Antonio Syxty e M. Pardi, A. Dosio, C. Bisio, G. Bonino, A. Cavallotti, F. Tarascio, L. Vezzoli, F. Guzzetti, A. Giraldi, G. Di Re, A. Baldinotti
Scene Cristina Cristini
Musiche A. Syxty e il gruppo rock Le Masque
Oggetti, abiti, luci Antonio Syxty Fan Club
Make up Paolo Draghi
Milano, Odissea 2001
Per la rassegna “Teatrart” in collaborazione con il Comune di Milano, Provincia di Milano, Associazione “Il Minotauro”.
Produzione Teatro Out Off


Dediche:
alle popolazioni  Maori della Nuova Zelanda e al rossetto rosa-fuxia della linea Revlon in Eloise leggero vento, Eloise di A. Syxty.


“Fra i Maori, per salutarsi, le ragazze non si baciavano; si strofinavano naso contro naso ed emettevano un bizzarro e malinconico grido. (…)
Caro Franco Quadri, (…) qui l’equipaggio è morto da tempo per esplosione interna, le casse toraciche si sono squarciate dando vita alle uova dell’alieno. Qui, a Milano, il pianeta è stato dimenticato, a nessuno importa. (…) Il cervello della Nostromo, il computer-madre, deciderà la risposta. E visto cheti considero un Primo Ufficiale di bordo non rimane che affidarti i dati di un messaggio in lingua Maori; tratti da un canto delle popolazioni indigene della Nuova Zelanda: “Ka Mate, Ka Mate, Ka Ora , Ka Ora”. (“Era morto, era morto. Adesso è vivo, adesso è vivo” (…)

Dal programma di sala


“Chi sia questo enigmatico personaggio non sono in molti a saperlo: di lui si dicono molte cose ingarbugliate e sovente inattendibili. Il suo vero nome di anagrafe è tenuto nascosto e sostituito da pseudonimi o da falsi cognomi che mutano di serata in serata”.

– gi.b da “Il Giornale”, 3 dicembre 1980


“Spostando l’attenzione dal “falso”  teatrale al “falso” antropologico, Syxty ci confida l’impossibile; inventa e suggerisce una storia prima di tutto a se stesso. L’operazione esalta la spettacolarità e la stupidità dei linguaggi teatrali, i quali nella loro preordinazione generano caos e confusione. L’”inutilità” di questa invenzione è  la sua forza e il suo messaggio. (…)
Al di là degli agenti esterni, l’azione, complessa e raffinata, raggiunge persino momenti drammatici”.

– Marinella Guatterini, da “L’unità”, 3 dicembre 1980