Jack & Jackie

Wish I could fly like Superman

il 14 settembre 1979
Prima rappresentazione. Milano, Castello Sforzesco, rassegna “Due interventi nel teatro di ricerca”, Festival Nazionale de l’Unità

di Antonio Syxty

con Jack Ruby, Marina Oswald, Antonio Syxty
Produzione Teatro Out Off

Lo spettacolo è dedicato al ciclone “David”, Caraibi, Florida (agosto-settembre 1979).

Antonio Syxty è nato il 18 ottobre 1939 a New Orleans, Louisiana USA, in Alvar Street al N. 24. Ha frequentato l’Infant Jesus College di Algiers (Louisiana) dove ha conosciuto Lee Harvey Oswald. Ulteriori informazioni sull’autore verranno fornite in un prossimo futuro. (oh-art! agency).(…)
“Dall’esame patologico tratto dal rapporto sull’assassinio del Presidente/A63-272/P.6: il proiettile mortale è penetrato nel cranio nella parte superiore destra della protuberanza occipitale. Una parte del proiettile ha attraversato la scatola cranica in direzione posteriore-anteriore depositando lungo il suo tragitto delle minuscole particelle. Un’altra parte del proiettile è uscita attraverso l’osso parietale sulla destra, portandosi dietro parti di cervello, cranio e scalpo. (…)
Cara mamma, se hai intenzione di metterti in contatto con Capi di Stato sarebbe opportuno che tu interpellassi me o il Dipartimento di Stato prima di procedere perché ciò potrebbe provocare complicazioni internazionali. Affettuosamente. Jack”.

Dal programma di sala.


«L’autore-regista vuole parlarci del mito americano attraverso la fotografia del presidente sbattuta sui muri come poster. (…) A teatro l’immagine richiede un trattamento più dialettico, contrastato, mobile. Quindi Jack & Jackie rimane invischiato nelle superfici di corpi e luci insensatamente accumulati ».

– Roberto Agostini da “La Repubblica”, 24 ottobre 1979


« Saletta ha popolato lo spazio di evocazioni “made in USA”: un film poliziesco estremamente violento faceva da sfondo all’apparire muto dei personaggi che sembravano direttamente presi da quadri di Richard Hamilton, o da eroi hollywoodiani ancora con un gusto marcato per la citazione dei miti culturali e “spettacolari” dell’occidente. Parallelamente a queste presenze stereotipate e fissate nei “generi” quasi archetipici della cultura americana degli anni ’60 (pop art ecc.), alcune diapositive richiamavano alla memoria immagini di un’altra America, reale e per questo anche più inquietante, quella dell’assassinio di Kennedy a Dallas ».

– Giorgio Verzotti da “Flash Art”, N. 92-93, ottobre-novembre 1979