del Gruppo Strumentale Beat 72

con
Renato Aprea trombe zingare
Giuseppe Basile percussioni
Giorgio Battistelli percussioni
Luigi Cinque sassofoni, armonaco, clarinetto
Massimo Coen violino
Claudio Mapelli sax
Antonello Neri piano e sintetizzatore

«Una musica raffinata irridescente estemporanea si insinua fra i generi codificati dalla critica e li scompagina: sette musicisti profondamente preparati nella teoria e nella pratica, una grande quantità di strumenti fra loro apparentemente eterogenei come lo xilofono afroasiatico, le percussioni più varie, il sassofono, il clarinetto, il violino, il sintetizzatore, un campionario di scacciapensieri e un attrezzo di nuova invenzione, l’armonaco, che è una sorta di contrabbasso con la cassa sostituita da una lamiera. Il complesso si inserisce nel movimento da tempo definito come post-avanguardia che ha fatto dell’improvvisazione uno dei perni della ricerca di nuovo linguaggio. (…) La ricerca di Beat 72 trascende la musica pura e si estende al gesto, alla danza, alla parola, non accetta l’eurocentrismo con tutte le implicazioni (per esempio, la distinzione della musica dal rumore) e affianca al momento irrazionale dell’improvvisazione quello razionale del laboratorio. Lo spettatore è visto come un coreuta e quindi come un elemento essenziale di partecipazione. È chiaro che con queste premesse Beat 72 contribuisce ad arricchire quella linea creativa della musica occidentale che non accetta punti di riferimento precostituiti e che su questo terreno trova importanti coincidenze con il jazz e con le correnti orientali e del terzo mondo, dal che discende un immenso allargamento di orizzonti e di prospettive.(…) Da ultimo, nella musica-ricerca di Beat 72 prevale una fisionomia dolce, rilassata, collaborativa, capace di evocare sentimenti non certo di evasione o di rinuncia, ma piuttosto di unione e di non violenza. Coi tempi che corrono va lodata anche per questo.

– Franco Fayenz, da “il Giornale”, 11 febbraio 1979