visual di Marco Smacchia

Danae Festival

XXII edizione

Dal 31 ottobre all’ 8 novembre 2020


La ventiduesima edizione di Danae Festival, curato da 22 anni dal Teatro delle Moire, oltre a presentare alcuni lavori in spazi aperti, concentra al Teatro Out Off le proposte pensate per la sala. È stato ovviamente necessario ripensare il progetto per far fronte alle difficoltà del momento, tuttavia abbiamo composto un programma che tiene fede a quelle che sono da sempre le caratteristiche del nostro festival, con un’attenzione alle nuove generazioni della scena nazionale. In particolare all’Out Off presenteremo un insieme di artisti che si muovono nell’ambito di diverse discipline, dalla danza al video, dalla performing art alla sperimentazione sonora: il coreografo Jacopo Jenna con la sua ultima creazione Alcune coreografie, con in scena la danzatrice Ramona Caia, Filippo Michelangelo Ceredi, fresco del debutto alla Biennale Teatro di Venezia con Eve #2, il musicista Fabio Bonelli con il progetto inedito Il sogno di cento candele, ai quali si aggiunge la terza edizione della sezione Laterale, uno sguardo che oltrepassa la forma spettacolo, con un terzetto tutto al femminile composto dalle eccezionali artiste della scena contemporanea italiana, Annamaria Ajmone, Silvia Calderoni, Marta Ciappina.

Programma completo

31 ottobre e 1 novembre ore 18:30 e ore 20:30
Fabio Bonelli

IL SOGNO DI 100 CANDELE

Prima assoluta
una produzione Buji
ideazione e progettazione Fabio Bonelli
performance dal vivo Fabio Bonelli e Paolo Novellino
supporto tecnico Miguel Pallares, Serena Persenico, Luca Gabbioneta, Clemens Metzmacher e Paolo Novellino con l’aiuto di Francesca Giomo, Sylvie Neant, Claudia Maletzky, Paul Docherty, Pucher familie, Solenn Le Marchand e Alberto Stevanato
con il sostegno di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia (un progetto di Circuito CLAPS e Teatro delle Moire, Industria Scenica, Milano Musica, ZONA K)

durata 45 minuti

Fabio Bonelli torna a Danae con un’altra meravigliosa invenzione poetica in prima assoluta: un concerto per cento candele, il cui calore mette in moto meccanismi sonori artigianali, come un grande carillon di inedite giostrine che incantano e rapiscono lo sguardo.
Una performance che cresce piano, dal buio alla luce, dal silenzio a una sinfonia di suoni piccoli/minimi e armonici (microsuoni/suoni minuscoli/piccoli suoni). Frutto di anni di progettazione, Il sogno di 100 candele è una riflessione, poetica e musicale, sul rapporto tra oscurità e luce, silenzio e armonia, vuoto e pieno e che dialoga in modo sorprendente con quanto sta accadendo, con il bisogno di condividere il rito, di nutrirsi di bellezza e di poesia e di prendersi un tempo per stare insieme in ascolto anche del silenzio, di ciò che è sottile e invisibile.

Fabio Bonelli è un  musicista e creativo cresciuto musicalmente come chitarrista dei  Milaus. Dal 2007 ha sviluppato numerosi progetti, alla continua ricerca di un’unione tra quotidianità e incanto: Musica da cucina (concrete folk per chitarra e tavolo apparecchiato) , Matita (collettivo di disegnatori ritmici), dBEETH (DJ set di musica classica su vinile), Sit In Music (indie pop per essere umano e band di pupazzetti),  Kosmophon (concerto per chitarra e vecchi vinili di musica etnica), Sii Bih Dii (improvvisazioni aperte su vinili per birdwatchers).
Ha creato colonne sonore per documentari e per teatro e creato installazioni sonore/sound design per rassegne collaborando con artisti visivi.



3 e 4 novembre ore 20.30
Filippo Michelangelo Ceredi

EVE#2

di e con Filippo Michelangelo Ceredi
allestimento scenico Adriana Renna
musiche originali Maurizio Pini
assistenti al progetto Sara Gambini Rossano e Cecilia Bertozzi
supporto alla creazione Clara Federica Crescini
assistente di produzione Sofia Fantuzzi
produzione Filippo Michelangelo Ceredi
coproduzione Teatro delle Moire/Danae Festival ed Elsinor Centro di Produzione Teatrale con il sostegno di Sardegna Teatro, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Short Theatre, Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) e ARTEFICI. ResidenzeCreativeFvg di ArtistiAssociati spettacolo ideato per la Biennale Teatro Atto IV NASCONDI(NO) diretta da Antonio Latella

durata 60 minuti

Filippo Michelangelo Ceredi è un artista che Danae ha accompagnato sin dai suoi esordi nella scena, in un percorso che quest’anno lo ha portato a presentare il suo nuovo lavoro, EVE #2, alla Biennale Teatro di Venezia.
Secondo capitolo di un progetto iniziato lo scorso anno, EVE #2 indaga il tema della paura (e della censura della paura) grazie al racconto di una storia autobiografica: Paolo, amico di vecchia data dell’autore, non esce più dalla casa di sua madre per un trauma i cui effetti si protraggono da diversi anni. La performance diventa un’occasione unica per rievocare la vita insieme a Paolo attraverso i frammenti della memoria e per tentare di costruire la geografia di un affetto antico, ancora vivo nonostante il peso degli anni e della distanza.
Il lavoro in questo modo apre anche alla possibilità di ascoltare il dolore di chi rimane escluso dal flusso della contemporaneità, intrappolato in una dimensione sospesa di rifiuto del reale.

Filippo Michelangelo Ceredi cresce e studia a Milano, dove si laurea in filosofia. Lavora come assistente alla regia di Marco Bechis nel film Il sorriso del capo (2011) e nella serie web Il rumore della memoria (2014). Successivamente si avvicina al teatro seguendo i laboratori del Teatro delle Moire. Nel 2016 esordisce a Danae Festival con Between Me and P., presentato successivamente a Santarcangelo Festival, Short Theatre, Festival Parallèle e Festival delle Colline Torinesi. Nel 2019 realizza la performance Psalming per la Biblioteca dell’esilio di Edmund de Waal all’Ateneo Veneto di Venezia. Debutta inoltre con EVE #1, primo capitolo di un nuovo progetto performativo che parte da una riflessione sulla comunicazione di massa contemporanea. Nel 2020 EVE #2 viene presentato alla Biennale Teatro di Venezia. Dal 2017 al 2020 si forma alla scuola triennale Rhizoma/le pratiche dell’Ascolto condotta da Cinzia Delorenzi.





6 e 7 novembre ore 20.30
Jacopo Jenna

ALCUNE COREOGRAFIE

ideazione, regia e videocoreografia Jacopo Jenna
collaborazione e danza Ramona Caia
collaborazione e video Roberto Fassone
musica originale Francesco Casciaro
disegno luci Mattia Bagnoli
costume Eva di Franco
organizzazione Luisa Zuffo produzione KLm – Kinkaleri
coproduzione Centrale Fies con il supporto di Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto Prendersi Cura

durata 45 minuti

Jacopo Jenna, talentuoso coreografo, continua a porre al centro del suo lavoro una sofisticata indagine linguistica. Con Alcune coreografie mette in dialogo la danzatrice, Ramona Caia, con un prezioso e ponderoso lavoro di raccolta video, montaggio e successiva rielaborazione di una serie di tipologie di danze. La coreografia si costruisce attraverso la mimesi di una moltitudine di frammenti montati in una sequenza serrata, frugando tra la storia della danza e della performance, attraversando il cinema e internet, in cerca di una materia cinetica sensibile. La danzatrice incarna, trasforma, connette e riporta al presente il corpo dell’immagine, ne sonda la dinamica, la libertà e l’immediatezza linguistica senza un punto di vista privilegiato, lo sradica dall’immaginario nello svolgimento di una coreografia esatta.

Nella seconda parte un video originale dell’artista Roberto Fassone offre una sequenza di coreografie visive, un paesaggio simbolico dove l’umano è assente, ma che ancora cerca un rapporto con il corpo in scena e riflette su quella materia intangibile di cui la danza è fatta.

Jacopo Jenna è un coreografo, performer e film maker. La sua ricerca indaga la percezione della danza e la coreografia come una pratica estesa, generando vari contesti performativi in cui ricollocare il corpo in relazione al movimento. Laureato in Sociologia, si forma nella danza presso Codarts (Rotterdam Dance Academy). Si occupa di formazione e percorsi educativi per varie fasce di età elaborando nuove strategie di relazione con l’arte performativa. Ha collaborato in Europa con compagnie stabili, progetti di ricerca coreografica e vari artisti tra cui Jacopo Miliani, Caterina Barbieri, Roberto Fassone, Ramona Caia, Bassam Abou Diab. Il suo lavoro è prodotto e supportato da spazioK/Kinkaleri. Ha presentato i suoi progetti presso i più importanti festival ed istituzioni della scena e dell’arte contemporanea. jacopoj.it

Ramona Caia è una danzatrice e coreografa. Dopo un’educazione nella danza classica (Accademia nazionale di danza di Roma e Rudra Atelier Béjart Lausanne) ha avuto svariate esperienze professionali nei più famosi teatri italiani. Ha collaborato con coreografi come Karole Armitage, Virgilio Sieni e con artisti visivi come Daniela De Lorenzo. Nel 2012 fonda CANI – gruppo di ricerca coreografica – con Giulia Mureddu e Jacopo Jenna.

Roberto Fassone è un artista visivo e performer. Il suo lavoro riguarda strutture nascoste, giochi surrealisti, storie bizzarre, coincidenze fortunose, sottili trasformazioni e il funk di Minneapolis. Negli ultimi anni ha esposto e performato il suo lavoro presso importanti istituzioni italiane ed internazionali dell’arte visuale.




8 novembre ore 17.00
Annamaria Ajmone, Silvia Calderoni, Marta Ciappina

LATERALE

Per il terzo anno consecutivo Danae Festival presenta la sezione Laterale, che accoglie progetti che superano il consueto formato spettacolo. Uno spazio in cui alle artiste ospitate viene chiesto di immaginare e presentare degli “oggetti” che hanno a che vedere con i percorsi, le prassi, le ossessioni, le annotazioni, le riflessioni sul proprio ruolo d’artista. Materiali invisibili rispetto al lavoro con cui solitamente ci si espone al pubblico, ma che spesso sono fondanti. Per questa terza edizione del progetto, abbiamo affidato questo spazio a tre danzatrici/performer della stessa generazione, che si muovono tra il teatro e la danza e che si sono offerte per anni come interpreti di coreografi/e e registi i/e di risonanza internazionale.

Prima spettatrice della serata Rossella Menna, studiosa di arti performative, dramaturg e critica, che offrirà una sua riflessione a chiusura della giornata.

Evento inserito nel palinsesto di I Talenti delle Donne del Comune di Milano

durata 90 minuti (circa 30 minuti per ciascun intervento) + talk finale

FANTASMI
di Annamaria Ajmone

Condivisione di viaggi paralleli, storie, gesti, attitudini e movimenti immaginati e resi reali nei progetti di qualcun’altro

Annamaria Ajmone è una danzatrice e coreografa. Al centro della sua ricerca c’è il corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e sovrapposizioni temporali. Come coreografa, ha presentato i propri lavori in numerosi festival di danza, teatro e performing art, musei, gallerie d’arte e spazi atipici. Collabora con diversi artisti su progetti di varia natura e durata tra cui Canedicoda, Palm Wine, Muta Imago, Sara Leghissa, Jacopo Miliani, Francesco Cavaliere, Bienoise, Industria Indipendente. Come danzatrice, ha lavorato con Alias Compagnie, Ariella Vidach, Daniele Ninarello, Santasangre, Cristina Kristal Rizzo, Mithkal Alzghair, Moritz Ostruschnjak. Per Matera capitale della Cultura Europea 2019 cura le coreografie per Abitare l’opera, Prologo tra i Sassi / La Cavalleria Rusticana con la regia di Giorgio Barberio Corsetti. Nel 2015 vince il premio Danza&Danza 2015 come Miglior interprete emergente – contemporaneo. È tra gli organizzatori di Nobody’s Business in Italia, piattaforma di scambio di pratiche tra artisti. È artista associata a Triennale Milano Teatro per il triennio 2019- 2021.


YES, OF COURSE, IF IT’S FINE TOMORROW
di Silvia Calderoni

Un momento immaginato per “quella vasta categoria di gente che non può tener distinte le proprie emozioni, ma lascia che i lieti o mesti presagi del futuro annebbino quanto va realmente accadendo.”

Silvia Calderoni, attrice e performer, si avvicina al teatro con la scuola di formazione del Teatro Valdoca e dal 2005 collabora continuativamente con Motus. Nel 2011 è a fianco di Judith Malina nello spettacolo The plot is the revolution. È inoltre protagonista degli spettacoli Nella tempesta, Caliban Cannibal, della semi-opera King Arthur e dell’acclamato “solo” MDLSX per cui collabora anche alla drammaturgia. Il suo lavoro attoriale è stato insignito di numerosi premi: Premio Ubu per miglior attrice under 30, MArteAward, Premio Virginia Reiter, premi come miglior attrice protagonista al Fringe Festival di Dublino e al festival MESS di Sarajevo. Nel 2011 esordisce al cinema con il film La leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli, al quale seguono i film Riccardo va all’inferno di Roberta Torre, Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini e Una storia senza nome di Roberto Andò, Last Words di Jonathan Nossiter. Dal 2016 ha iniziato un lavoro indipendente sulla formazione teatrale e performativa tenendo, insieme all’attrice Ilenia Caleo, laboratori in diversi contesti. Nel 2019 inizia a lavorare per la televisione con Romulus, serie di Sky diretta da Matteo Rovere.

DIARIO DI UNA OPERAIA DELLA DANZA
di Marta Ciappina

Diario di una operaia della danza appare come una lettura confidenziale e sonnambula, una traversata cronologicamente scassata, visionaria, mai assertiva, fra la carta di una serie di taccuini privati in cui hanno trovato riparo meditazioni e annotazioni consumate durante il processo creativo di produzioni coreografiche scritte da quattro distinti autori: Chiara Bersani, Marco D’Agostin, Michele Di Stefano, Alessandro Sciarroni.
I quaderni, graffiati dalla stesura di istruzioni tecniche e note drammaturgiche e dalle tracce dei languidi turbamenti e delle crudeli ossessioni di una danzatrice, custodiscono i deliziosi taciti contraddittori che erotizzano l’appassionante relazione fra autore e interprete. Un registro giornaliero che tenta di affondare le mani in una materia inesplicabile e traboccante di enigmi, una catena di montaggio dagli ingranaggi impalpabili in cui esplode abbagliante il valore del privilegio. Privilegiata appare l’interprete che può spiare, ammirata, l’indicibile creatività degli autori e trovare ricovero e consolazione nel loro irresistibile ingegno.

Marta Ciappina danzatrice, coach e didatta, si forma principalmente a New York al Trisha Brown Studio e al Movement Research. Come danzatrice affianca, tra gli altri, Daniele Albanese_Compagnia Stalk, Compagnia Daniele Ninarello. John Jasperse Company, Luis Lara Malvacias, Gabriella Maiorino, Ariella Vidach – AiEP. Dal 2013 collabora con la compagnia MK, gruppo di punta della scena contemporanea, guidato da Michele Di Stefano, Leone d’Argento alla Biennale Danza di Venezia del 2014. Nel 2015 inizia la collaborazione con Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla Biennale Danza di Venezia del 2019. Contemporaneamente partecipa alle creazioni della compagnia svizzera Cie Tiziana Arnaboldi ed apre la collaborazione con Chiara Bersani per i progetti Goodnight, Peeping Tom e The Olympic Games, creato in sinergia con Marco D’Agostin. Nel maggio 2019 lavora come performer con il regista Carmelo Rifici per la mise en espace de I Cenci.