
dal 30 novembre al 19 dicembre 2021
da martedì a sabato ore 19.30 (domenica ore 16)
produzione Teatro Out Off
Confessioni di un roditore
di Roberto Trifirò
liberamente tratto da “La tana” di Franz Kafka
regia e interpretazione di Roberto Trifirò
scenografia e costumi Stefano Sclabas
musiche originali Matteo Tomasetti
luci e fonica Luigi Chiaromonte
collaborazione ai movimenti Barbara Geiger
spettacolo inserito nell’abbonamento Invito a Teatro
Dal 30 novembre presso il Teatro Out Off, in prima nazionale, andrà in scena Confessioni di un roditore, tratto da La tana di Franz Kafka, di e con Roberto Trifirò. Proprio come La metamorfosi, anche La tana appartiene alle storie di animali, una tipologia utilizzata spesso da Kafka. Narra dei continui disperati sforzi intrapresi da un protagonista – per metà architetto e per metà roditore – di costruirsi un’abitazione perfetta, così da potersi proteggere efficacemente dai suoi nemici invisibili.
La cosa più bella nella mia tana è il silenzio. / Lo so è illusorio.
Da un momento all’altro potrebbe essere interrotto. / Per adesso però c’è.
Striscio per ore nelle mie gallerie e sento solo / il fruscio di qualche bestiolina che faccio
subito tacere stringendola tra i denti. / Nel resto tutto è silenzio. (…)
Intanto il nemico mi si avvicina / da qualche parte scavando lento e silenzioso.
da “La Tana” di Franz Kafka
LA TANA
La storia viene raccontata in prima persona da un narratore di cui si sa molto poco, si comprende però che si tratta di una creatura che ha caratteristiche umane e animali, un misto tra un roditore e un architetto. Viene annunciato il completamento della sua tana: un elaborato sistema di cunicoli costruiti nel corso di un’intera vita. Ha lavorato sodo per costruirla e spera in fine di poter vivere in pace, totalmente isolato dal mondo esterno.
Eppure, nonostante tutti gli accorgimenti architettonici difensivi, vive nel costante terrore di essere attaccato da un misterioso e invisibile nemico. Per evitare ogni possibile intrusione continua a costruire passaggi e vicoli ciechi, che trasformano la tana in un vero e proprio labirinto.
Un giorno inizia a sentire un suono misterioso, un sibilo all’interno della tana. Inizialmente ipotizza che il rumore sia causato da piccoli animali che vivono in tane vicine o parallele alla sua. Inizia dunque a scavare dei cunicoli, ma il sibilo non si ferma e la ricerca si fa sempre più ossessiva. Il protagonista giunge poi alla conclusione che il sibilo provenga da un’unica e ostile creatura vicina alla sua tana, sicuramente intenzionata ad ucciderlo. Diviso tra paura e rassegnazione attende in posizione difensiva l’arrivo del nemico. La storia s’interrompe bruscamente all’interno d’una frase: “Tutto invece è rimasto immutato…”